Come chiedere l’Annullamento di un Contratto Luce e Gas

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Sommario: Scopri in questo articolo come rescindere da un contratto luce e gas, quali sono i costi e i tempi per farlo, così come le informazioni richieste per inoltrare la domanda di recesso. Ti spieghiamo, inoltre, quando il fornitore può richiedere l’annullamento del contratto.

Come Recedere da un Contratto Luce e Gas?

Il recesso da un contratto di fornitura energetica, sia luce che gas, è un diritto garantito a tutti i clienti, indipendentemente dal fatto che siano nel mercato libero o in quello di maggior tutela. Questa opzione diventa particolarmente rilevante quando si individua un’offerta più conveniente o meglio adattata alle proprie esigenze.

La procedura di recesso è regolata dalla legge, che impone al vecchio fornitore di completare il passaggio entro la fine del mese successivo a quello in cui riceve la comunicazione di recesso. Ad esempio, se la comunicazione è inviata a gennaio, il fornitore ha tempo fino a fine febbraio per ultimare la procedura.

Chi invia la richiesta di recesso dal contratto al fornitore?

Per semplificare il processo, la legge prevede che sia il nuovo fornitore a inviare la comunicazione di recesso al precedente. Questo interviene non appena possibile dopo la firma del nuovo contratto, rispettando un termine di 14 giorni, conosciuto come “diritto di ripensamento“, che dà la possibilità al cliente di riconsiderare la sua decisione.

Nel caso di recesso per cambio fornitore, il cliente non deve inviare raccomandate o comunicazioni dirette, poiché sarà il nuovo fornitore a gestire tutte le pratiche amministrative necessarie. Ciò garantisce un passaggio fluido e meno oneroso in termini di tempo e impegno per il cliente. In conclusione, il diritto di recesso offre ai consumatori la flessibilità di scegliere il fornitore che meglio risponde alle loro esigenze, assicurando al contempo una transizione agevole e regolata da precise normative.

Costi e Tempi del Diritto di Recesso

Il processo di recesso da un contratto di fornitura energetica, sia per luce che per gas, è definito dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (AEEG). Con la delibera 302/2016/COM del 9 giugno 2016 e l’aggiornamento del 1 gennaio 2017, l’AEEG ha stabilito che il diritto di recesso non implica spese di chiusura o penali. In ogni momento, il cliente finale ha la possibilità di concludere il proprio contratto di fornitura, attenendosi alle tempistiche e procedure stabilite.

Se un cliente decide di passare a un diverso fornitore di energia elettrica e gas, è necessario che comunichi la sua intenzione al gestore corrente entro e non oltre il 10 del mese precedente alla data del cambio programmato. In questo caso, il nuovo fornitore gestirà la comunicazione di recesso, trasmettendo la richiesta tramite posta elettronica certificata, con l’inclusione dei dati anagrafici del cliente e delle informazioni relative alla fornitura.

Qualora il cliente desideri semplicemente interrompere la fornitura senza cambiare fornitore, dovrà inoltrare direttamente al fornitore attuale la sua richiesta di recesso mediante raccomandata, rispettando un termine di preavviso che non superi un mese. Per procedere con questo tipo di recesso, sono necessari diversi documenti, tra cui:

Dati richiesta di recesso

  • Dati anagrafici dell’intestatario dell’utenza
  • Dati delle utenze (POD per l’energia elettrica e PDR per il gas)
  • Autolettura del contatore
  • Indirizzo della fornitura
  • Data presunta di cessazione della fornitura

In conclusione, il diritto di recesso fornisce ai consumatori un metodo trasparente e privo di costi aggiuntivi sia per il cambio di fornitore sia per la terminazione della propria fornitura energetica, garantendo loro flessibilità e controllo nelle scelte relative all’energia.

Quando il Fornitore può esercitare il Diritto di Recesso?

Non solo i clienti, ma anche i fornitori di energia luce e gas hanno la possibilità di esercitare il diritto di recesso, sebbene con condizioni più restrittive. Questa opzione è concessa unicamente ai fornitori che operano nel mercato libero, escludendo quindi quelli del servizio tutelato. Per attuare il diritto di recesso, il fornitore deve aderire a procedure contrattuali specifiche, che includono l’obbligo di inviare una comunicazione scritta di recesso al cliente.

La comunicazione di recesso deve essere trasmessa con un preavviso minimo di sei mesi, garantendo così che il cliente sia pienamente informato sulla decisione del fornitore e sulle relative conseguenze. Il termine del preavviso comincia dal primo giorno del mese successivo a quello in cui il cliente riceve la notifica. Ad esempio, se un cliente riceve la comunicazione di recesso il 2 gennaio, il recesso effettivo del fornitore non potrà avvenire prima dell’1 di agosto. Tali disposizioni sono state introdotte per assicurare un passaggio ordinato e senza intoppi per il cliente, offrendo tempo sufficiente per individuare un nuovo fornitore e gestire la transizione.

Diritto di Ripensamento: cos’è e quando si può esercitare

Il diritto di ripensamento rappresenta una misura di protezione per i clienti nel settore dell’energia elettrica e del gas. Questo diritto consente di annullare un contratto sottoscritto senza necessità di pagare penali o di fornire giustificazioni, purché si agisca entro 14 giorni dalla data di emissione del contratto. È cruciale notare che questo diritto è applicabile esclusivamente nei casi in cui il contratto sia stato stipulato fuori dagli uffici del fornitore, come durante visite commerciali domiciliari, in stand nei centri commerciali, via telefono o online.

Il diritto di ripensamento fornisce ai clienti una maggiore sicurezza, permettendo loro di riconsiderare le scelte fatte in contesti meno formali, ad esempio, durante chiamate di telemarketing o acquisti su siti web. La procedura di annullamento del contratto deve essere effettuata attraverso uno dei canali ufficiali del fornitore, quali fax, raccomandata o email PEC, rispettando il termine prefissato.

Questo diritto si applica anche a procedure quali l’allaccio, il subentro o la voltura per servizi di gas e luce. I fornitori hanno l’obbligo di fornire informazioni chiare e trasparenti sul diritto di ripensamento prima della finalizzazione del contratto, inclusa la consegna di una copia completa del contratto, sia in formato cartaceo che digitale. Così facendo, si tutelano i consumatori da eventuali tattiche commerciali ingannevoli, assicurando loro il tempo e le informazioni necessarie per una valutazione accurata dell’offerta.

Le Modalità per presentare la Richiesta di Ripensamento

Se decidi di esercitare il tuo diritto di ripensamento per un contratto di luce o gas recentemente sottoscritto, hai a disposizione 14 giorni per comunicare questa decisione al nuovo fornitore, optando per rimanere con il fornitore attuale. È necessario che questa comunicazione venga effettuata in forma scritta, utilizzando uno dei metodi approvati, per assicurare che la tua richiesta venga correttamente registrata e gestita.

Per inviare la tua comunicazione di ripensamento, le opzioni disponibili includono:

  1. Raccomandata A/R: Inviata all’indirizzo della sede legale del fornitore.
  2. E-mail: All’indirizzo e-mail fornito dal fornitore.
  3. PEC (Posta Elettronica Certificata): All’indirizzo specifico del fornitore.
  4. Fax: Al numero di fax dedicato del fornitore.


Questi dati di contatto sono generalmente reperibili nel contratto firmato o sul sito ufficiale del fornitore.

Per agevolare ulteriormente il processo, esistono servizi online che consentono di compilare e inviare una raccomandata senza dover recarsi all’ufficio postale, anche se tali servizi possono essere a pagamento. Esercitare il diritto di ripensamento si rivela un processo semplice e diretto, mirato a fornire flessibilità e serenità nella gestione delle tue forniture energetiche.

Se ti rendi conto di aver sottoscritto un contratto per la fornitura di energia elettrica o gas che non soddisfa le tue necessità o che non hai richiesto, possiedi la possibilità di attivare il diritto di ripensamento. Questo diritto ti permette di annullare il contratto senza dover fornire giustificazioni, a patto che la cancellazione avvenga entro 14 giorni dalla data della sua firma. Per esercitare correttamente il diritto di ripensamento, è fondamentale inviare al fornitore alcune informazioni essenziali.

La tua comunicazione di ripensamento dovrebbe includere:

  1. La data in cui hai scelto di avviare il processo di ripensamento.
  2. La data di firma del contratto che desideri annullare.
  3. Il codice identificativo del contratto firmato con il nuovo fornitore.
  4. Dati personali come nome, cognome, codice fiscale, data e luogo di nascita.
  5. Dettagli della fornitura oggetto del contratto, quali il Codice POD per l’energia elettrica e il Codice PDR per il gas, insieme all’indirizzo di fornitura.
  6. La tua firma come intestatario del contratto.

Anche se molti fornitori mettono a disposizione moduli precompilati per esercitare questo diritto, è comunque possibile redigere una richiesta manualmente. Ciò è valido purché contenga tutte le informazioni rilevanti e venga inviata correttamente al fornitore. Questo metodo garantisce la salvaguardia dei tuoi diritti come consumatore e favorisce una risoluzione efficace e ordinata del contratto.

Cosa sono e come recedere da un Contratto Non Richiesto

Un contratto di fornitura energetica non richiesto si verifica quando un cliente si ritrova legato a un accordo di fornitura di energia elettrica o gas che non ha intenzionalmente sottoscritto, spesso a causa di tattiche commerciali aggressive o ingannevoli. Questi contratti sono spesso il risultato di pratiche di vendita scorrette, come una comunicazione aggressiva o ingannevole, informazioni fuorvianti o incomplete, o la confusione con altri marchi. Generalmente, si tratta di contratti stipulati fuori dagli uffici commerciali del venditore, come quelli realizzati al telefono, attraverso vendite porta a porta, o in luoghi pubblici come i centri commerciali.

Inoltre, per il periodo in cui il nuovo fornitore ha effettivamente servito il cliente, è tenuto a stornare le bollette emesse e a ricalcolarle applicando le condizioni del servizio di maggior tutela, includendo uno sconto sulla componente relativa alla commercializzazione e vendita. Questo meccanismo garantisce che i diritti dei consumatori siano tutelati anche in situazioni di contratti non voluti o malintesi.

Quanto tempo ho per recedere da un contratto non richiesto?

Per legge, un cliente ha la possibilità di recedere da questi contratti non richiesti entro 10 giorni dalla firma, esercitando il diritto di ripensamento senza la necessità di fornire giustificazioni o pagare penali. Questo diritto consente di bloccare tutti gli effetti del contratto.

Nel caso in cui il passaggio al nuovo fornitore sia già avvenuto, magari a causa di una firma inconsapevole su un nuovo contratto, esiste una procedura di ripristino per ricondurre il cliente al suo vecchio venditore. Tale procedura può essere attivata solo se il nuovo fornitore, quello non richiesto, fa parte dell’elenco delle società che volontariamente aderiscono a questa pratica. Se il reclamo del cliente viene accettato dal nuovo fornitore o ritenuto valido dallo Sportello del consumatore, il venditore non richiesto dovrà fornire le informazioni necessarie per facilitare il ritorno del cliente alle condizioni precedenti di fornitura.

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La buona notizia è che non devi preoccuparti di annullare il contratto con il tuo attuale fornitore, poiché il passaggio avverrà direttamente tra i due fornitori. Per iniziare il cambio, dovrai invece intraprendere alcune semplici azioni con il nuovo fornitore. Puoi farlo visitando uno dei loro sportelli o contattandoli telefonicamente. Sarà necessario comunicare al nuovo gestore la tua intenzione di aderire alle loro offerte e al contempo recedere dal contratto con il tuo fornitore attuale.

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Aggiornato su 29 Gen, 2024

redaction La Redazione
Redactor

Francesco Veronesi